Se la vogliamo vedere dal punto di vista degli obiettivi, potrebbe essere una decisione priva di significato. Invece, se la vogliamo vedere dal punto di vista del finale di stagione da salvaguardare, cercando di concludere a testa alta il campionato, la scelta ha sicuramente senso. Ed è proprio per quest’ultimo motivo che il Matera ha deciso di esonerare il tecnico Luigi Panarelli.

Già dopo il ko contro il Rotonda c’erano state delle riflessioni in merito. Gravina, però, ha rappresentato il punto di non ritorno. Una squadra troppo brutta per essere vera che dopo un discreto primo tempo, nella ripresa si è persa. Dopo il poker inflitto al Manfredonia, il Matera sembra essersi spento quando doveva accendersi per giocarsi un posto nei play off. Squadra apparsa demotivata e priva di idee. Non sembra essere nemmeno riuscito il cambio modulo. Perché a Gravina, Panarelli era passato dal solito 3-4-1-2 al 4-2-4 che nel primo tempo ha funzionato con alcune fiammate ma che nella ripresa non ha prodotto nulla. 

Il tecnico tarantino paga sicuramente un’identità di squadra che non è riuscito a dare in trenta partite. Perché oltre alle tante reti su palla inattiva, la squadra, per il resto ha espresso davvero poco. Perché quando non si riusciva a sbloccare il match con le solite situazioni, qualcosa si inceppava. E per questo, da tre partite non si segnava nemmeno. Per non parlare delle azioni costruite, davvero poche. Probabilmente, un cambio di marcia doveva esserci prima. In ogni caso, il ritmo di Panarelli era comunque da play off e la squadra sembrava dare delle risposte. 

Dopo il blackout di febbraio, però, qualcosa sembra essersi interrotto. E pensare che a Gravina, con una vittoria, il Matera poteva rientrare in gioco per i play off. Oggi, invece, i sei punti dal Casarano sono davvero troppi. Concludere nel migliore dei modi questa stagione è l’obiettivo. E da diverse settimane, con Panarelli, qualcosa si era incrinata. Perché risultati e prestazioni sono sotto gli occhi di tutti.

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